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A seguito di coordinate istruttorie della locale Procura della Repubblica, il Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale capitolino ha emesso mandati agli arresti domiciliari nei confronti dell’immobiliare G. S. (classe 1967) e del suo stretto collaboratore M. N. (classe 1954). È noto il casertano S. per le sue incursioni di successo nel mondo della speculazione, in particolare nel regno immobiliare. Group S., che ha migliaia di filiali sotto il suo controllo, ha reindirizzato i suoi sforzi all’amministrazione di hotel di lusso nelle principali città come Venezia, Milano e Taormina come mezzo per resistere all’attuale crisi economica.

Gli indagati hanno trasferito illegalmente quasi 8 milioni di euro dal patrimonio dell’azienda fallita a due aziende lussemburghesi appartenenti allo stesso gruppo e hanno utilizzato il ricavato per saldare debiti personali, secondo le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico in profondità Financiaria. Non sono state mantenute attività a favore della “M.A. S.r.l.”, società controllante. In particolare, il prestito erogato a due magistrati lussemburghesi anonimi che versavano in disperati problemi finanziari è stato convertito dal credito originariamente costituito dal pagamento degli interessi su un conto corrente denominato “B”. e “MA.”

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È importante notare che questa condotta non è stata un incidente isolato; piuttosto, faceva parte di un più ampio schema criminale in cui i sospettati “creavano società speculative, che sono state sistematicamente e sistematicamente portate al fallimento, come sta effettivamente accadendo a un gran numero di società del “gruppo””, secondo il G.I.P. Gli eventi contestati a S. e N., che hanno seppellito porzioni di documenti contabili per evitare che gli inquirenti attribuissero la responsabilità al luogo di appartenenza, hanno portato al crollo di “B.”, proclamato nel 2016 con un passivo pari a oltre 32 milioni di euro, il la maggior parte dei quali era davanti al Fisco.

Questa sera i Carabinieri di Roma hanno arrestato A. L., cittadino italiano nato a Foggia nel 1960. Il soggetto, residente in una struttura di via Udine, stava scontando l’esecuzione irrevocabile di pene concomitanti per tentato furto aggravato relativo ad una competizione. Una squadra di identificatori dell’aviazione è tornata dalla scena. Gli è stato chiesto di pagare una multa di 260 euro e la sospensione della pena di otto mesi e venti giorni dopo aver completato le procedure di ritornello in Questura.Un maresciallo della Guardia di Finanza (F.M.) del Comando di Portici è stato arrestato dai suoi stessi colleghi del Nucleo Anticorruzione su Ordinanza del Gip Vera Iaselli, procuratore esperto in reati di pubblica amministrazione, a seguito di un’indagine biennale coordinata dalla Procura Napoli Nord.

Gli imprenditori di Arpino lamentavano di essere stati ingiustamente puniti dai “controlli” di un esperto finanziario che da anni si era specializzato in “taglieggiare i commercianti per ammorbidire controlli fiscali”, anche se le loro azioni erano state lecite e non avrebbero dovuto essere sanzionati . Dalle interviste agli inquirenti emerge che le imprese di proprietà cinese sono un suo obiettivo preferito in quanto sono “extracomunitari. Il maresciallo avrebbe aspettato le ispezioni prima di innescare la trappola estorsiva che aveva custodito per anni, che aveva portato il finanziere siaricchezza e costosi oggetti da collezione, ma Arpino, dove visse il finanziere, ospita decine di imprese e artisti di vario genere. Uno degli amici di Arpino, che chiameremo “V.C.”, ha avuto un ruolo nella creazione del sistema consegnando merci contaminate agli stabilimenti che erano stati “visitati” dal riciclatore di denaro in cambio di contanti o merci. Una volta che tutto ha funzionato senza intoppi, Arpino si è occupata di incassare la refurtiva. L’ariete si è apparentemente trasferito in Polonia; in caso di mancato rientro in Italia verrà emesso nei suoi confronti un immediato ordine di cataclisma internazionale.

Il marine contaminato è stato prontamente sospeso dal servizio attivo e ora deve affrontare accuse di falsificazione, frode e calunnia. Dall’inchiesta è emerso che lo stesso finanziere vestito spesso con gli abiti del suo istituto ingaggiava lavoratori in completa anarchia per curare mascherine, guanti, tute e gel igienizzante, che successivamente commercializzava a costi gonfiati durante il rilascio iniziale dei prodotti. Contrariamente al ruolo svolto dall’animale, e dimostrando di non meritare rispetto, l’Ordinanza afferma che “in concomitanza con la grave emergenza epidemiologica, il maresciallo, approfittando della sua qualità, non disdegna materiali a prezzi di lungo periodo di gran lunga superiori quelli che normalmente si trovano sul mercato.”

Questa indagine ha anche rivelato la completa ignoranza delle tattiche di estorsione di V.C. da parte dei suoi compagni di truppa che hanno partecipato ai controlli. Dopo aver saputo dell’arresto del finanziere disonesto e del suo complice criminale, gli imprenditori di Arpino hanno tirato un sospiro di sollievo. Da tempo circolava la voce che i due si fossero specializzati in questo tipo di attività, e molti imprenditori temevano che una “visita” dei finanziatori per accertamenti fiscali avrebbe effettivamente segnato l’inizio di un incubo. Dobbiamo mostrare il nostro apprezzamento e solidarietà ai coraggiosi imprenditori e dipendenti che si sono fatti avanti per denunciare i maltrattamenti. I loro sforzi dimostrano coraggiosamente che anche i crimini criminali più orribili possono essere fermati e i loro autori possono essere assicurati alla giustizia se i cittadini hanno completa fiducia nello stato e nelle sue istituzioni.

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