

Arresto Privato Cittadino – I detenuti del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria hanno rintracciato il detenuto evaso dalla Casa Circondariale di Viterbo il 13 agosto dopo aver ottenuto il permesso e lo hanno arrestato oggi a Roma (NIC – Nucleo Regionale di Roma). Il 36enne ha avuto l’opportunità di lavorare all’estero scontando l’ergastolo a 15 anni per reati tra cui furto, estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di arma da fuoco, presentazione di falsa identificazione alle forze dell’ordine e aggressione a pubblico ufficiale . La Procura Generale della Corte d’Appello di Roma ha inserito tale sanzione in una più ampia condanna cumulativa. L’operazione, che ha coinvolto la Guardia di Finanza, ha portato alla denuncia del latitante per reati tra cui il possesso di armi e la falsificazione di atti. Su indicazione della Procura, l’uomo fu condotto alla Casa del Giudizio Diretto e infine ricollegato al Tribunale di Rebibbia di Roma.
Secondo Bernardo Petralia, capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, “alla nostra Unità Centrale Investigativa, che, in collaborazione con i Berretti Verdi della Guardia di Finanza, ha portato a buon fine le operazioni di cattura del latitante” (DAP). Nic è una grande risorsa per il Corpo di Polizia Criminale Nazionale italiano e le forze di polizia italiane nel loro insieme potrebbero essere orgogliose di averlo nel personale. Pertanto, a nome del Ministro, vorrei esprimere il mio più profondo e sincero apprezzamento al Direttore Zaccariello e al resto dei ragazzi che hanno contribuito al progetto. Nulla può essere lasciato al caso quando si tratta di garantire la sicurezza in uno stato basato sullo stato di diritto. Di conseguenza, ci affidiamo a esperti che sono stati preparati a rispondere a crisi potenzialmente letali con il minor numero di danni collaterali a persone e cose. Secondo questo punto di vista, è compito della polizia fermare i crimini accadendo, ma in alcuni casi anche il pubblico o il Gpg di un ente di sorveglianza possono condurre misure esecutive.
Chi è “colto nell’atto di iniziare il reato” (flagranza propria) o “chi, subito dopo il reato, è inseguito dalla polizia giudiziaria, dalla persona offesa o da altri persona ovvero è sorpreso con cose o tracce dalle quali appaia” ( (art. 382 c.p.p.). Tutto ciò per evitare che il reato abbia ulteriori effetti e per assicurare il reo alla giustizia. Come appena indicato, vi sono circostanze in cui un privato può avviare un arresto (arresto facoltativo del privato – art. 383 c.p.p.). Se vi sono prove sufficienti che un dipendente abbia disobbedito a una regola del lavoro, si deve procedere all’arresto. Non appena qualcuno viene arrestato, “devono immediatamente consegnare l’arrestato e le cose che si sono formate il corpo del rivoltoso alla polizia giudiziaria”, che registrerà verbalmente il trasferimento e distribuirà copie di tutte le pratiche burocratiche pertinenti. La legge conferisce ai cittadini più potere per aiutare a mantenere la pace, autorizzandoli a effettuare arresti giustificati in situazioni in cui Le Forze dell’Ordine non sono in grado di farlo.
Gli agenti GIP della Sezione Mobile Questura II di Foggia “Contratto alla criminalità diffusa, straniera, e prostituzione” hanno eseguito ieri un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Tribunale di Foggia GIP, a seguito delle anticipate, coordinate e dirette indagini della Procura della Repubblica di Foggia .Le anticipate attività istruttorie della Squadra Mobile, in perfetta sintonia con il Pubblico Ministero, hanno messo in luce un complesso meccanismo di produzione della documentazione presso vari Uffici dell’Immigrazione geograficamente dislocati su tutto il territorio nazionale sotto forma di richieste di rilascio dei permessi di soggiorno. In particolare, F. ha approfittato della sua posizione di datore di lavoro per diffondere false comunicazioni sull’instaurazione di rapporti di lavoro fornendo agli immigrati, in cambio di compenso, copia delle lettere di accettazione (modelli UNILAV), contratti di lavoro e altri documenti atti a instaurare rapporti di lavoro tramite persone giuridiche, mo st società spesso artificiali e inattive di proprietà di terzi e prive di azioni IVA attive. Per conto del F., 312 soggetti stranieri accreditati hanno acquistato la documentazione necessaria.
L’assistenza fornita a persone che, nonostante i loro migliori sforzi, sono cadute vittime delle malefatte altrui è un aspetto spesso trascurato del lavoro di un avvocato difensore penale. Gli avvocati difensori penali sono meno conosciuti di altri avvocati, ma il loro lavoro è solo importante per il difensore (a nome dell’imputato) e cruciale per il cliente (a nome del cliente). L’obiettivo del contrattacco è la vittima che si è rivolta alle forze dell’ordine nella speranza di sporgere denuncia contro l’autore del reato ( chi, altrimenti, non verrebbe perseguito perché i fatti in questione non sono punibili a norma di legge o perché l’autore del reato è sconosciuto all’autorità giudiziaria). o,in alternativa, perché dovrei pagare un avvocato che mi rappresenti se sono io quello che finisce per essere vittima di violenza? Sono stato ferito, ma non so cosa accadrà con il procedimento penale contro il responsabile. Dove posso trovare maggiori dettagli?
Come posso aiutare con l’indagine e, successivamente, la procedura? Per favore, dimmi la procedura per riavere i miei soldi. Quali opzioni hanno gli agenti se vogliono trasportare l’indagato o farselo consegnare? Se ho denunciato un reato, a che punto sono le indagini attualmente? Una difesa efficace per l’imputato mirerà a fare due cose: (1) rispondere a queste e simili domande e (2) accogliere richieste comparabili. Poiché il criminale ha pochissimo spazio di manovra nel nostro ordinamento, soprattutto durante le indagini preliminari, è essenziale che le limitate risorse a disposizione delle forze dell’ordine siano utilizzate al massimo. Chiunque sia stato vittima di un crimine e voglia che i responsabili siano assicurati alla giustizia dovrebbe tenerlo a mente.

