

Famiglia Carretta Parma – Padre Giuseppe Carretta e madre Marta Chezzi erano entrambi eroinomani, e il loro figlio, Ferdinando Carretta, è nato nel 1962. La decisione di Ferdinando Carretta di uccidere i suoi genitori e il fratello si è evoluta in questo ambiente familiare, ed ha acquistato una pistola semiautomatica Walther 6.35 da un Reggio Armeria Emilia a tale scopo.
Carretta sparò e uccise i suoi genitori e il fratello il 4 agosto 1989, e poi nascose i loro corpi in un bagno. Indisturbato, ha poi ripulito meticolosamente la scena del crimine prima di smaltire i tre corpi nella vicina discarica di Viarolo a Trecasali, comune periferico di Parma. I corpi non furono mai recuperati.
Falsificando le firme del padre e del fratello alla Banca del Monte, l’8 agosto incassò rispettivamente cinque milioni di lire su un assegno bancario e un milione sul conto del fratello. Infine, ha portato il camper di famiglia in un parcheggio di Milano, dove lo ha abbandonato, prima di trasferirsi nel Regno Unito, dove si è iscritto come “Antonio Ferdinando Cart” ai servizi sociali britannici.
Carretta ha vissuto una vita piuttosto segreta a Londra, lavorando a basso salario e raccogliendo sussidi di disoccupazione quando non lo era. Quando la famiglia Carretta scomparve dal quartiere San Siro di Milano il 19 novembre 1989, una telefonata a Chi l’ha visto? ha chiamato per riferire di aver visto un camper Ford Transit targato Parma in un parcheggio di Milano. Un controllo della polizia ha confermato che il veicolo apparteneva alla famiglia scomparsa. Mentre la trasmissione era ancora in corso, sul posto sono giunti i carabinieri e hanno denunciato il ritrovamento del veicolo, che non era chiuso a chiave e non conteneva prove di valore, fatta eccezione per una copia della Gazzetta di Parma del 9 agosto 1989.
Per il luogo in cui è stato ritrovato il camper, l’indagine è stata presa in carico dalla Procura di Milano e affidata ad un ancora sconosciuto Antonio Di Pietro che, fin dall’inizio delle indagini, si è dichiarato scettico sia sulla scomparsa volontaria che sull’accaduto. testimonianze che indicavano i Carretta nei luoghi più vari, per quanto poco plausibili; tuttavia, sempre nel 1996, si credeva che la famiglia fosse viva e residente nei Caraibi a seguito di un certificato della compagnia aerea British Airways in cui si affermava che i tre dispersi si erano imbarcati da Gatwick il 6 agosto 1989 su un volo per Bridgetown, capitale delle Barbados.
Giuseppe Carretta, il commercialista dell’azienda, era da tempo oggetto di indiscrezioni sulla contabilità parallela dell’azienda e che Carretta e la sua famiglia sarebbero scomparsi perché Carretta era responsabile di una grossa carenza di cassa dell’azienda, che ovviamente poteva non essere denunciato a causa dell’origine illecita dei fondi.
Durante un controllo di polizia su un servizio espresso pony a Londra il 21 novembre 1998, Ferdinando Carretta è stato fermato dalla Polizia Metropolitana; l’agente che ha raccolto i suoi dati anagrafici si è ricordato del suo nome e dell’associazione con una scomparsa in Italia e lo ha denunciato a Scotland Yard, che a sua volta ha informato l’Interpol, che a sua volta ha informato le autorità italiane della presenza di Carretta nel Regno Unito. Carretta, che ha detto di non aver visto la famiglia dall’agosto 1989 e di aver pagato il loro viaggio ai Caraibi perché l’azienda del padre era a corto di fondi, è stato interrogato a Londra dal giudice Francesco Saverio Brancaccio, procuratore di Parma.
Dopo nove anni, Carretta ha finalmente confessato il triplice omicidio di Parma durante un’intervista a Giuseppe Rinaldi per Chi l’ha visto? Una voce potente e una schiettezza accompagnarono la sua risposta alla domanda: “Cosa è successo quella sera del 4 agosto?” Durante le indagini non c’era traccia dell’arma del delitto.
È una cosa. Chi è stato il primo ad accorgersene? Ha immediatamente informato le autorità competenti. Quando Ferdinando Carretta è stato arrestato ed estradato in Italia il 30 novembre 1998, è stata mostrata al pubblico per la prima volta la videocassetta contenente la sua confessione. Sul banco dei testimoni ha ripetuto la confessione in diretta tv, cambiando semplicemente di una settimana la data dal 2 agosto al 4 agosto. Carretta “non vedeva l’ora di confessarsi”, secondo il GIP Vittorio Zanichelli, che ha raccolto la sua confessione.

