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Federico Carboni Malattia
Federico Carboni Malattia

Federico Carboni Malattia – Dopo una lunga e frustrante battaglia, riuscì finalmente ad accedere al suicidio assistito, come era stato ampiamente accettato. Infatti il ​​44enne Marchigianio di Senigallia (Ancona), precedentemente noto come “Mario”, è diventato il 16 giugno 2022 il primo caso italiano di accesso al suicidio assistito, come previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale 242/2019 dopo 20 mesi di lotte legali.

L’Associazione Luca Coscioni ha diffuso un video postumo della morte di Federico Carboni in cui racconta questa storia. Un incidente d’auto nell’ottobre 2010 ha lasciato “Mario” tetraplegico, secondo l’uomo che appare nel video di YouTube.

Una condizione di fondo che ha avuto un impatto negativo su di lui: “Anche se ho fatto di tutto per assicurarmi una vita felice e sana, negli ultimi anni ho notato un aumento del dolore e della stanchezza sul mio corpo che non riesco a orso più lungo.

La decisione è stata presa a gennaio 2020 da “Mario”, ma non si è recato in Svizzera, dove la legge consente la morte assistita, con l’aiuto di Marco Cappato e dell’avvocato Filomena Gallo, perché voleva accedere al suicidio assistito in Italia.

Così, il 16 giugno, apprendiamo da un comunicato dell’Associazione Luca Coscioni che “Mario” ha “ricevuto l’attrezzatura e il farmaco ordinati. Con il suicidio assistito di Federico Carboni, l’Italia non ha ancora visto nessun altro beneficiare di questa pratica. Su Distinta invece è la vicenda di Fabio Ridolfi, secondo soggetto a beneficiare del precedente stabilito dalla sentenza consiliare 242/2019 nel caso Antoniani, ma che è stato comunque sottoposto ad ampia sedazione.

Federico Carboni Malattia

Il viaggio di Carboni è stato possibile solo grazie a una raccolta fondi organizzata per raccogliere i 5.000 euro necessari per la strumentazione necessaria, dato che, come riporta sempre l’Associazione, «nonostante l’approvazione della tecnica da parte della Corte Costituzionale nel Cappato/Dj Fabo sentenza, lo Stato italiano non ha sostenuto le spese di assistenza al suicidio assistito e alla consegna di farmaci.

Infine, Carboni ha rilasciato un’ultima dichiarazione nel suo video finale: “Spero che le prossime persone che ripercorreranno il mio percorso impieghino molto meno tempo, perché 20 mesi per chi è malato o soffre sono davvero lunghi”. Tutto ciò è avvenuto pochi giorni prima del Referendum sull’eutanasia legale, che, come tutti sappiamo, è stato dichiarato non valido dalla Corte costituzionale del Canada.

L’eutanasia e il suicidio assistito sono illegali in Italia, come accennato in precedenza. La decisione della Consulta nel caso del Dj Fabo, Fabiano Antoniani, rimasto tetraplegico dopo un incidente stradale e che ha scelto il suicidio assistito in Svizzera il 27 febbraio 2017 è l’unica novità in questo caso. Determinate condizioni, come quella di un paziente tenuto in vita con un supporto vitale artificiale e affetto da una patologia irreversibile o fonte di sofferenza intollerabile, non sono punite dalla sentenza della Corte.

Le disposizioni sulla morte volontaria medicalmente assistita si propongono come legge di iniziativa popolare, tuttavia, che tenta di continuare quanto emanato dal Consiglio. Il testo di base è stato approvato nel luglio del 2021 dalle Commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera, ed è stato poi convalidato nel marzo del 2022 dalla Camera – con alcune modifiche che non hanno intaccato l’assetto generale. Sul testo si attende ora un voto al Senato, dove appare improbabile una maggioranza.

La morte volontaria medicalmente assistita può essere concessa solo a coloro che hanno una “patologia irreversibile a prognosi sfavorevole” o che sono “portatori di una condizione clinica irreversibile”, secondo il decreto 2553. Inoltre, sono tutelati i medici e gli altri operatori sanitari dal procedimento penale.

Il vero nome del figlio di Federico Carboni è Mario, nato nel 1978 in un piccolo paese delle Marche. Dal momento che un grave incidente stradale nel 2010 lo ha lasciato tetraplegico, gli sono stati diagnosticati anche una serie di altri gravi problemi di salute. Non c’è niente che si possa fare per lui. Fece di tutto per riguadagnare un po’ della sua salute, ma senza successo. “Mario” è stato il primo a morire nel nostro Paese per suicidio assistito, e il Luca Coscioni racconta la storia della sua morte.

Associazione. La giornata di oggi ha segnato la fine di una lunga e ardua battaglia per il riconoscimento dei diritti concessi dalla Corte Costituzionale. Conferenza stampa a Senigallia tenuta nelle scorse ore da Filomena Gallo, avvocato e segretaria dell’Associazione Coscioni, ha affermato che: “Federico è malato da alcune settimane a causa di una grave infezione. All’epoca l’ho incontrato per la prima volta, prima di ora mi aveva raccontato dell’agonia atroce che ha dovuto sopportare nell’attesa di poter finalmente parlare e dire bastava. Poi, nella sua storia, ha detto: “Non voglio vedere facce tristi , perché finalmente sarò libero.” E lo fece raggiante “Sì, certo. Ma è stato un lungo processo per ottenere l’accesso al suicidio assistito.

Il vero nome del figlio di Federico Carboni è Mario, nato nel 1978 in un piccolo paese delle Marche. Dato che una strada seria.

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