

Ragazzo Suicida Reggio Emilia Oggi – Venerdì 16 ottobre 2019 – Reggio Emilia, Italia Intorno alle 7:15 si è verificato un incidente mortale questa mattina a Masone, sulla Via Emilia sopra il Progeo. Un uomo di 53 anni di Reggio, identificato solo come “A.B.”, è rimasto ucciso dopo che la Fiat Fiorino bianca che stava guidando si è scontrata frontalmente con un’Audi nera guidata da una donna di 21 anni. Entrambi sono stati portati all’ospedale Santa Maria Nuova della città con ferite moderate.
Sfortunatamente, l’assistenza medica è stata inutile e l’umanità non è stata in grado di intervenire. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco e la polizia locale per indagare sulla situazione attuale e individuare eventuali colpevoli. Il traffico a cavallo della principale arteria tra le due provincie è andato letteralmente in tilt, con codici di chilometri accumulati all’inizio dell’orario di lavoro fino a Rubiera.
Daily News (Forl, Italia) – 2 giugno 2016 Cosa è successo ieri pomeriggio. Il giudice legge l’ordinanza ei genitori, sentendo il gelo dell’abbandono, lasciano andare i figli. Dopo aver perso la figlia di 16 anni Rosita il 17 giugno 2014, quando si è lanciata dal tetto della sua scuola – il classico Liceo Morgagni di Forl – un giudice, Monica Galassi, ha inviato i genitori di Rosita, entrambi sulla cinquantina, tornare in tribunale per affrontare il giudizio. Motivo per cui la donna è stata effettivamente violentata.
Successivamente, il 12 ottobre, si svolgerà in Corte d’Assise la prima udienza della causa, come previsto dal codice penale se la morte della vittima è stata causata da atti di maltrattamento dell’autore. Tecnicamente, l’avvocato della coppia, Marco Martines, potrebbe chiedere al tribunale una riduzione della pena, proprio come ha fatto invano davanti al gup. Se la domanda viene accolta, il processo si svolgerà a porte chiuse con lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna per evasione fiscale.
Poco prima di togliersi la vita, la ragazza aveva filmato un drammatico testamento sul suo cellulare e lo aveva caricato su Internet, accusando i suoi genitori di averla spinta al suicidio attraverso una serie di “maltrattamenti psicologici”, come li aveva ritenuti il pubblico. Ciò ha spinto la Procura di Forl ad avviare un’indagine subito dopo il suicidio. Per anni hanno abusato di me con le loro azioni, facendomi sentire inadeguata e risentita, e costringendomi a una vita di isolamento e identità, come dice la ragazza nel suo ultimo, inquietante selfie prima di togliersi la vita.
“Non mi lasciavano uscire”, dice Rosita nel video, “e non mi permettevano nemmeno di mangiare la pizza con i miei amici”. E devo aggiungere che ho costantemente ricevuto voti alti in tutti i miei sforzi scolastici. Tutta la mia vita mi è stata negata. Poiché hanno sempre detto che sono un figlio indesiderato nato per caso, la mia famiglia mi ha sempre visto come incapace e inferiore a mio fratello.
“Ieri sera c’era la prova finale. Ho detto loro che sarei morto se non mi avessero lasciato studiare in Cina con una borsa di studio che mi avevano promesso. E mi hanno detto che avrei dovuto divertirmi, che sarebbe stato liberatorio In quanto tale, ora li ritengo responsabili di questa morte ingiusta e voglio che la polizia faccia luce sulle circostanze della mia morte e chiedo ai tribunali di condannare i miei genitori al carcere in modo che la mia morte sia giusta.
Volevo farlo per scoprire esattamente cosa fosse successo. I ragazzi mi hanno spiegato che stanno soffrendo di due distinte perdite: la morte del loro compagno di classe e lo stigma di essere etichettati come gli assassini su tutti i siti web esistenti oggi. Sono rimasti sbalorditi e ho scoperto un ambiente scolastico assolutamente accogliente per la diversità. Anna Paola Concia, rappresentante del Partito Democratico, ha detto questo Certamente era un giovane unico, alla ricerca della sua identità come molti altri della sua età, eppure la sua unicità si adattava al resto degli studenti della sua classe.
La sua pagina Facebook è stata uno sforzo di collaborazione tra i due. Concia continua: “Mi sento in dovere di andare a scoprire cosa è successo davvero, proprio come avrebbero dovuto fare gli altri”. Ho cercato di spiegare a quegli adolescenti depressi che il bullismo omofobico è pervasivo in tutte le scuole e che i termini dispregiativi “gay”, “omosessuale” e “frocio” sono tutti termini usati per sminuire coloro che non si identificano come etero. Sfortunatamente, l’unicità e la varietà sono costantemente derise.
Il giovane ha avuto evidenti problemi familiari, ma purtroppo è l’unico a comprendere appieno le motivazioni dietro la sua azione estrema. Questa è la grande tristezza di una cultura giovanile frammentata e di una società fratturata. Il suicidio di questo giovane potrebbe essere stato causato da un numero qualsiasi di fattori.

